< Pagina:Neera - Nel sogno.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.
6 l'asceta.

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Neera - Nel sogno.djvu{{padleft:20|3|0]] cielo. Egli ne sentiva la invitta potenza; amava la loro saldezza granitica, la purità dei loro marmi e delle loro nevi. Una tenerezza figliale lo prendeva, man mano che qualcuna delle vette scompariva nella oscurità; si sarebbe detto che egli voleva accarezzarle come si accarezza una testa adorata a cui il sonno sta per chiudere gli occhi.

Nessuna melanconia si mesceva a questo saluto che il solitario dava tutte le sere ai suoi monti; nessuna preoccupazione terrena, nessun timore per il domani. Semplice e calma, la sua anima riposava nella natura di cui gli era penetrata in tutte le fibre la placidità maestosa. Non come uomo perduto in un deserto, ma come simile, vivente fra i suoi simili, egli intendeva il silenzio dell’ombra.

Il raccoglimento degli alberi, il cadere

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.