< Pagina:Neera - Senio, Galli, 1892.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.

— 47 —

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Neera - Senio, Galli, 1892.djvu{{padleft:61|3|0]] otto o dieci anni non si vide un uragano come quello d’oggi.

— Siete del paese?

— Sì, signore.

— Piccolo paese, nevvero?

— Piccolo apparentemente; ha molte frazioni, molte dipendenze. Lo sa il nostro medico condotto quando gli tocca attraversare di notte queste colline... E una vita da cani anche la sua, ma tanto fa del bene.

Senio si sentì stringere il cuore. Disse:

— Ha molti meriti dunque?

— Un uomo come ce ne dovrebbero essere mille, eppure la sventura ha visitato anche lui... Tutti dobbiamo patire a questo mondo: è destino.

Dopo queste parole, dette in senso misterioso, l'inserviente si allontanò chiamato dai suoi doveri.

Senio rimase, aspettando il fischio del treno, sentendosi addosso come un peso enorme la

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.