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Fin ch’io viva e più in là | 41 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Negri - Fatalità, 1895.djvu{{padleft:63|3|0]]
Da l’umide risaie attossicate,
Dai campi e da le sterili radure.
Da le case murate
Ove in nome di Dio s’immolan tante
40Inerti creature,
A me giunge, a me giunge il pianto alterno
Che mi persegue e che cessar non vuole,
Lugùbre, sempiterno.
Vipistrello che al buio sbatte l’ali,
45Nube che offusca il sole!
Fuggon dinanzi a me gioia e bellezza,
Fugge la luce a novo dì ridesta,
La temeraria ebbrezza
Fugge d’amore e l’estasi del bacio....
50Solo il dolor mi resta!...
Ma è dolor che non cede e non s’inclina,
E il dolor che pugnando a Dio s’innalza;
È la virtù divina
Che Promèteo sostenne incatenato
55Su la selvaggia balza