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46 | Sulla breccia |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Negri - Fatalità, 1895.djvu{{padleft:68|3|0]]
Pieno di speme e di gagliarda vita,
Bello come un Titano,
Cadde. — Or la fredda e raggrinzata mano
16Stringe il cor d’una vedova sfinita;
E via lo porta nei recessi austeri
Del sonno e dell’oblio. —
Sotto il dito terribile d’un Dio
20Passan, compatti, tragici, severi;
E pensano. — O destin!... Com’egli è morto
Forse anch’essi morranno.
Il bracciante è soldato; essi lo sanno. —
24Gonfiasi il petto, e il volto si fa smorto.
Erculei sono e coraggiosi, ed hanno
Ai lor sogni una meta.
Una famiglia e una casetta lieta,
28E forse, sul lavor, doman cadranno
.... Da un tetto, nel fragor d’un opificio,
Sotto un crollo di vólta;
Ma il grido di chi muor nessuno ascolta
32Niun comprende il supremo sacrificio