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58 Il canto della zappa

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E nell’opra d’ogni ora e d’ogni istante
  Io più m’affilo e splendo;
Rassegnata, fortissima, costante,
  16Vo il duro suol rompendo.

Ne le basse casupole sconnesse,
  Nel rozzo cascinale
Ove penetra per le imposte fesse
  20L’acre vento invernale,

Ove del foco sul tizzon che geme
  L’ignavia s’accovaccia,
E la pellagra insaziata freme
  24Gialla e sparuta in faccia,

Entro e guardo. — E in un canto abbandonata,
  Ne l’alta e paurosa
Notte che incombe a l’umida spianata
  28E a la stanza fumosa,

Mentre la febbre di risaia scote
  Feminei corpi affranti,
E più non s’odon che le torve note
  32Dei villici russanti,

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