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il crimine 125

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Negri - Le solitarie,1917.djvu{{padleft:131|3|0]] van lei, non guardavan che lei, interrogandola. — L’edificio a tre piani, con tutte le finestre aperte come occhi, sormontato da una terrazza candida come una fronte, aveva la stessa espressione grave ed intenta della montagna a cui s’appoggiava, sparsa di lumi qua e là, nelle baite dei mandriani. La ciminiera tagliava in due il cielo stellato.

— C’è una morta, c’è una morta — diceva la lampada notturna, accesa ai piedi della ciminiera.

— C’è una morta, c’è una morta — ripetevano i lontanissimi fuochi delle baite.

— Come avvenne, come avvenne?... — chiedevano le finestre nere, spalancate come occhi.

Ma Secondina Cappio, nella propria umile esperienza, non ignorava che vi sono, per gli uomini e per le cose, molte domande che rimangono senza risposta. Tornò al fianco della bella donna irrigidita sul letto non suo: si strinse nello scialle perchè aveva freddo, e pregò sino all’alba.

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