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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Negri - Le solitarie,1917.djvu{{padleft:174|3|0]] nebbia invade talvolta, all’improvviso, valle e montagna, fitta in modo che le campane non si sentono più.... Come faccio?... Mi rinfranco con mille cavilli. Penso che tante donne, nel mio caso, vivono senza rimorsi. Che ogni creatura ha diritto al suo posto nel mondo. Che questo fanciullo, infine, crescerà, farà di sè quel che vorrà, andrà forse lontano, fonderà la propria famiglia in nuove terre. Il nome?... L’hanno inventato gli uomini, il nome.... E vado avanti come posso, mentendo per necessità ad ogni ora del giorno. La menzogna è divenuta, naturalmente, una camicia invisibile che mi sta attaccata alla pelle. Un cilicio, piuttosto. Poichè questo è il terribile, che io non ho bisogno di parlare per mentire. Potessi farlo!... Mi stordirei, attingerei coraggio dalle mie stesse parole. Ma no: io mento vivendo.
“Ora son qui per ordine dei medici. Non mangio, non dormo quasi più. Mi par d’essere avvelenata. Mi pare che un’atmosfera d’isolamento mi separi dalle altre donne.
“La vista del bambino mi è divenuta insopportabile; anche quella degli altri figliuoli....
“Quando i medici lo permetteranno, Enrico