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Gelosia | 179 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Negri - Le solitarie,1917.djvu{{padleft:185|3|0]] mi abbandonavo senza forze, invocando compassione, stringermi fra le braccia, così colpita e dolorante, era forse per lui la più raffinata delle voluttà....
“Ma io m’indurii, a furia di soffrire, e non trovai più in me la possibilità delle lagrime. Gli rispondevo rabbiosamente, cogli occhi fiammeggianti, colle labbra violette d’ira. Si scatenarono fra noi scenate feroci.
“Non distinguevo più fra la morale che mi era stato insegnato di seguire e il mio istintivo bisogno di ribellarmi, di vendicarmi, di sfuggire alla morsa di quelle tanaglie. E mi presi, infine, per provare, un amante. Oh, la gioia d’ingannar mio marito, di raggirarlo col raggiro che lui stesso mi aveva rinfacciato, di abbassarmi al livello delle cattive donne alle quali mi aveva tante volte, ingiustamente, paragonata!... Non per amore, sapete?... Io non ero più capace di amore: ogni gentilezza era paralizzata in me: solo, un’arsura inutile e stupida di vendetta covava nelle mie vene. — Hai creduto che ne avessi tanti, non è vero?... Ebbene, sì, guarda, ne ho uno!... —
“Ebbi il folle coraggio di urlargliele in fac-