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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Negri - Le solitarie,1917.djvu{{padleft:198|3|0]] Duomo scorre sangue vero, sangue umano. Vivono.... —

“Io pensavo che, per me, da lui soltanto emanava il fascino di quelle maraviglie: che, se quell’uomo alto nel sole davanti a me fosse scomparso, avrei brancolato sulla terra come una cieca.

“Ci nacquero due figli. Una femmina, un maschio. Belli, sani, gagliardi. Volli loro un gran bene, naturalmente: fui per loro una madre serena e dolce. Ma non mi furono mai, mai, nemmeno un istante, necessari alla vita.

“Il necessario mio compimento io l’avevo e lo tenevo in Elio. Mi avessero detto: Scegli fra Elio e i bambini — non avrei esitato un attimo a seguir lui. Anormale?... No. Infine, amavo il padre de’ miei figliuoli. Il mio dovere verso di loro, io l’ho compiuto. Ma egli era me. Quanto ad essi, erano usciti dalle mie viscere già foggiati e predisposti dalla natura (che non è sentimentale) per una strada che non sarebbe stata la mia. Erano della vita: avrebbero seguito le sue fatali necessità, che formano la perenne tragedia di tante madri esclusive.

“Mario dichiarava, alzando la testina ener-

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