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L’assoluto 193

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Negri - Le solitarie,1917.djvu{{padleft:199|3|0]] gica dalle carte geografiche: Io sarò capitano di marina e vedrò tutti i paesi del mondo.

“Donella mi confidava in un orecchio: Io sposerò un uomo bello come il papà, e avrò dodici figli.

“Io sorridevo e pensavo: Dio vi benedica entrambi!... Elio ed io invecchieremo insieme.

“Invece accadde una cosa mostruosa. Me lo portarono a casa, un giorno, morto.

“Piombato dall’impalcatura d’uno de’ suoi palazzi in costruzione: infranta la base del cranio: spirato sul colpo.

“Senza dirmi addio, senza dirmi nulla, senza trascinarmi con sè. Io rimasi di pietra per non so quanto tempo: insensibile a tutto, col corpo e l’anima in stato di paralisi. I medici temettero per la mia ragione. Fino a quando, per loro ordine, una mia buona sorella mi comparve dinanzi all’improvviso, mettendomi sotto gli occhi la giacca grigia che mio marito aveva indossata la mattina della disgrazia: ciancicata, polverosa, un cencio, lorda di sangue raggrumato sul bavero. E mi gridò sulla faccia, investendomi: Ma non sai?... ma non capisci?... Elio è morto, è morto, è morto!... —

“Mi drizzai d’impeto, afferrai la giacca strin-

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