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L’assoluto | 195 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Negri - Le solitarie,1917.djvu{{padleft:201|3|0]]zione a tal punto d’intensità, che il Compagno mi è tornato vicino. Lo vedo, gli parlo, lo interrogo, mi risponde. Il suo sguardo mi tocca come se fosse la sua mano. — Ecco. — „
Maria Ben tacque, rimanendo immobile, con gli occhi chiusi. Nessuna di noi osò aprir bocca. L’Assoluto, nella sua solennità religiosa, era penetrato entro la comunissima stanza d’albergo dove cinque donne nomadi avevan, per una breve sosta, arrestata la propria corsa nel vuoto. Per alcuni minuti un misterioso canto d’organo echeggiò nei nostri cuori, mentre l’ombra della sera si addensava, compatta.
Ma Cyna Ward balzò in piedi con una mossa da clown: stese la mano al commutatore, lanciò la luce della lampada elettrica sui pallidi volti femminili, come una spruzzata d’acqua gelida che schiaffeggi il sangue; e disse:
“Oui, c’est ça. Il n’y a que l’amour. Tout le reste, de la blague, voilà!... Mesdames, je pars demain pour Paris, à dix heures. Je crois bien que vous viendrez m’accompagner à la gare?...„ —