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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Negri - Le solitarie,1917.djvu{{padleft:212|3|0]] tacita domanda, senza negare, ma senza rispondere.

Poscia la donna fece qualche passo verso la finestrella quadrata: rimase in meditazione, ritta nel vano. Sulla bianca cortina il profilo si scolpiva con la stessa nettezza, sincerità, intensità delle parole uscite dalla pura bocca, delle trine e dei disegni usciti dalle pure mani.

Non sapevo nulla di lei, eppure sapevo tutto. Per lo spazio breve e influito di qualche ora, un’anima mi si era denudata dinanzi, lasciando in ombra il suo dolore per non mostrarmi che la sua vittoria; e già il mantello si richiudeva sul cuore intrepido.

Presi un ramo di ginepro, me ne punsi le guance e la bocca: esitai, poi dissi umilmente, a bassa voce:

— Perchè non vorreste condurmi con voi, a Eriswil, nella casa delle due buone sorelle, per la festa dell’albero di Natale?...

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