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212 | confessioni |
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V’è chi cammina, solo, pei deserti. — V’è chi naviga, solo, pei mari. — Vi sono vite di donne intessute così, a filo liscio, bianco su bianco. — Si ignora tuttavia se questa monotona bianchezza, che può anche essere di sepolcro, nasconda in sè minor tragicità di altre tele d’esistenza a trame aggrovigliate d’oro, di gemme e di sangue.
Le rughe incominciarono, lentamente, a disegnar la loro rete sul volto tranquillo ed impenetrabile di Caterina. Tranquillo ed impenetrabile, anche quando ella s’accorse che Giacomo rubava denari dal cassetto dello scrittoio paterno, aprendolo col mezzo d’una chiave falsa. Tranquillo ed impenetrabile, anche quando ella s’accorse che suo marito pizzicava volentieri la serva in cucina, e si alzava di notte con infinite precauzioni, per scivolare, a piedi nudi, lungo lungo nel camicione bianco a sacco, fino allo stambugio in cui dormiva la ragazza.
Caterina fece mettere, col pretesto dei ladri, allo scrittoio una novissima chiave inglese, — e tacque: scacciò la domestica col pretesto ch’era ghiotta e fannullona — e tacque. Altre succedettero a costei nella casa; e tutte ven-