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214 | confessioni |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Negri - Le solitarie,1917.djvu{{padleft:220|3|0]] bile presso il letto del padre, morto di sincope.
E molti gesti di dolore essi fecero, e sparsero molti lamentosi pianti, poiché così vuole la convenienza; ma Caterina non si dipartì dal suo gelo.
A funerale compiuto, nella camera mortuaria in cui persisteva un odore dolciastro di cera, di fiori e di putrefazione, i due fratelli offersero alla madre di venire ad abitar con loro; ma debolmente, come chi tema un sì. Giacomo, infatti, aveva in vista un matrimonio lucroso, che gli avrebbe permesso di comprar la farmacia; e Gigetta, oh!... Gigetta era una modernissima che adorava la propria libertà, pranzava ogni sera ad un ristorante cooperativo, apparteneva alla società pel voto alle donne, e manteneva un’attiva corrispondenza con direttrici di riviste e presidentesse di comitati.
La vedova capì a volo, e rispose di no, semplicemente. Un mese dopo la sua disgrazia, col solo mobilio necessario per tre stanzette, si stabiliva nel villaggio dove cinquant’anni prima era stata messa a balia, e dove era tornata varie volte, in giovinezza, per le vacanze.