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l’appuntamento 241

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Negri - Le solitarie,1917.djvu{{padleft:247|3|0]] verdognole alle tempie ed agli zigomi. E non s’accorgeva che Gégé era carina, piccolina, con morbidi capelli biondi e il nasetto voltato in su.

E niente figli.

In compenso, libri. Valanghe di libri.... L’ometto aveva la mania dei libri. Non beveva, non fumava; ma riempiva di volumi la casa, che s’impregnava della loro impalpabile polvere. Piccoli, grossi, antichi, moderni. E Gégé li leggeva tutti, per noia; e molti non li capiva; ma su molti ritornava, dimenticando le ore, con occhi accesi, con bocca avida: sui romanzi e sui poemi d’amore.

Era, per lei, come stappare una fiala di essenze e tenerla accostata alle nari fino a svenirne. L’amore!... Con tutti i volti, tutti i nomi, tutte le fiamme, tutte le carezze, tutte le lagrime. Viverlo, almeno un giorno!... La donnina biondetta, magretta, un po’ incolore, ma suffusa d’una certa sua grazia fluida, si guardava nello specchio e si chiedeva: Sono dunque così brutta, che nessuno mi ha desiderata, sinora?... —

Avrebbe vegetato così, sino alla vecchiaia?... La casa: la serva: l’ometto nerastro tossic-

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