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l’appuntamento 249

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Negri - Le solitarie,1917.djvu{{padleft:255|3|0]] fondo di una palude ove l’avessero gettata per annegarla. E quando si allontanò, sola, da quella casa, si sentì misera e sperduta come le donne che hanno dormito sui giacigli degli asili notturni.

Dal fondo della coscienza naufragante nell’ombra le veniva un’unica certezza: che quell’estraneo non lo avrebbe rivisto più, nè egli avrebbe cercato di rivederla.

Sola più che mai, ora e sempre. Sotto la furia inferocita del diluvio camminava alla ventura, senza cercare di ritrovar la via della casa. Ma aveva ancora una casa?... Le pareva d’esser randagia e nuda; e che la sua nudità fosse coperta di vergognose macchie; e che, malgrado l’oscurità crescente, tutti i passanti se la segnassero a dito.

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