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256 | “mater admirabilis„ |
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Assunta aveva raccolto il fanciullo. Alla notizia della fuga di sua moglie, scrittagli dalla vecchia con trepidante circospezione, il soldato, dalla linea di combattimento, non aveva risposto che con poche asciutte parole, dietro le quali, forse, si barricava il suo vero stato d’animo:
“Cara madre, non vi date pensiero di me. Io sto benissimo e non ho in mente che di compiere il mio dovere e di uccidere i nostri nemici. Chi non mi vuole non mi merita. Vi raccomando il bambino. È così intelligente che potrà aiutarvi in portineria, per le piccole commissioni. Fategli dire tutte le sere un’avemaria per l’Italia e pel papà....„
L’Italia?... Il Paese?... Assunta non vi aveva mai pensato. Sapeva leggere quel poco che bastava per decifrare gli indirizzi delle lettere da consegnare agli inquilini, e gli scarabocchi di suo figlio dalla trincea; e scrivere in proporzione. L’Italia?...
Bisognava fosse una ben grande terra, un tesoro assai più ricco di quello della Madonna d’Oropa, se tanti bei giovanotti pieni di sangue sano e tanti uomini maturi già carichi di famiglia eran partiti allegramente per la