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258 “mater admirabilis„

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Negri - Le solitarie,1917.djvu{{padleft:264|3|0]] tormente e degli acquazzoni, con le gambe nella neve o nel fango fino alle ginocchia.... Ah, se le madri fossero al governo!... Di guerra non se ne parlerebbe più....

Tic e tic, tic e tic, i lucidi ferri d’acciaio: tic e tac, tic e tac, il vecchio pendolo di legno posto sul caminetto, fra l’oleografia di Carmen e quella di Mignon. Non ha mai fatto altro che questo, non ha mai vissuto in altra stanza che in questa, l’umile donna insaccata nel giubbetto nero, curva nelle spalle non tanto per vecchiaia quanto per lunghissima consuetudine d’obbedienza e di rassegnazione?...

A tratti l’uscio a vetri si socchiude.

— È in casa il signor Cerri?...

— Secondo piano, uscio a destra.

— Ho un pacco per la signorina Fiorilli.

— Va bene. Lei non c’è; ma c’è la domestica. Quarto piano, uscio a sinistra.

— La posta.... Un telegramma....

— Va bene.

Un soldato entra: indossa la divisa grigio-verde: ha una carta in mano.

Assunta non capisce. Non capisce, perchè è proprio di lei che quel soldato domanda. È per lei, quella carta. Gliela mostra, gliela fa

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