Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
278 | il denaro |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Negri - Le solitarie,1917.djvu{{padleft:284|3|0]] era una ribelle alle regole, e nei compiti d’italiano s’allontanava dalla traccia, moveva il periodo secondo novità di armonie che lei sola sentiva, si perdeva troppo nel sogno, oppure copiava la vita con una brutalità che scandalizzava la professoressa: una pedante risecchita, polverosa come un libraccio vecchio. — E non l’amavano i maestri, credendola ribelle mentre non era che originale; e non l’amavano le compagne, credendola superba mentre non era che timida, e diversa da loro.
Per comperare i libri, per pagar le tasse, per mandar la figlia in ordine alla scuola, Anna Longhena aveva già venduto gli orecchini d’oro, la veste di seta nera, l’unico anello.
Così, semplicemente, allegramente: con la serenità che le faceva fiorir sulla bocca il canto: “Croce e delizia — delizia al cuor....„, mentre inzuppava un poco di pane nel latte, dopo dieci ore di fornace.
La giovinetta pareva non accorgersi del sacrificio: pareva trovar naturale che la madre si spogliasse per lei.
Ma una sera — (era tornata dalla fabbrica febbricitante, con una mano fasciata per un