< Pagina:Negri - Le solitarie,1917.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.
282 il denaro

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Negri - Le solitarie,1917.djvu{{padleft:288|3|0]] sicurare — provare — che due e due fanno proprio quattro?...).

Gli studi così faticosamente condotti a scopo di libertà, non sarebbero riusciti che a farne un’operaia, una serva di diverso genere: della scuola, del metodo, della memoria; ma nient’altro che un’operaia: nient’altro che una serva.

L’altro volto, dallo specchio posto sul cassettone, le chiedeva: Chi vorresti diventare tu, dunque?....

Pallido, con larghe mascelle, con larghe narici, con larga e tumida bocca, con archi cigliari di superba nettezza su occhi fosforici d’una intensità quasi folle, l’altro volto, col quale ella teneva ogni tanto strani colloqui, le apparve in quel momento come di persona conosciuta in un’altra vita. Ma di tal vita non le rimanevano nei centri nervosi che fuggevoli baleni, ombre improvvise, frammenti di sensazioni.

— Complimenti, signorina — sogghignò. — — Avete incominciato molto bene.

Oh, avrebbe esposta la pelle a ben altre lividure!... A quanto pareva, era necessario avvezzarvisi. E rise forte, rise per non pian-

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.