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il denaro | 283 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Negri - Le solitarie,1917.djvu{{padleft:289|3|0]] gere, protendendosi con l’agile torso di gatta magra fuor del balcone. Il sole, così limpido in quella prima decade d’ottobre, accendeva di riflessi la densità scarmigliata de’ suoi capelli. Nell’aria scintillavano tante gemme, tante gemme!... E il giardino era lì, suo, quantunque ella fosse così povera: suo perchè lo potesse trasfigurare a capriccio, secondo le visioni della fantasia.
Possedeva ella dunque un mondo ove il denaro non entrava?...
Ridivenne la principessa Olivia, bellissima, incoronata di tutte le gemme sparse nell’aria, reginetta della fiaba seguita da un corteo di cavalieri dal viso floreale. Ma, travolti dallo strascico trapunto di stelle, comparenti or sì or no, le ammiccavano pure i tre biglietti da cinque lire, ignobili e schifosi come carte da giuoco.