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302 | il denaro |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Negri - Le solitarie,1917.djvu{{padleft:308|3|0]] triche al posto degli occhi.... E parlava di rifare il mondo e l’umanità!...
— Biglietti da mille?... molti vorrei averne, io, signorina — ridacchiò Cajrati. — Tanti da poterli gettare a manciate sulla faccia del prossimo, da ubriacarmene, da farne indigestione. Li dia pure tutti a me, i soldi che vuol togliere agli altri. Le assicuro che ne farò buon uso.
— Non sapevo che lei fosse un’anarchica — concluse Paolo Màspero. — Nel denaro sta la regola.
Il riso di Veronetta fece schioccar nell’aria un colpo di frusta.
Ostile, armata, di razza diversa i tre uomini la sentivano: feriti oscuramente nella loro superiorità di maschi, nel loro senso banale e utilitario della vita, nel rispetto del guadagno, della ricchezza, ereditato dai padri in un coi mobili di casa, col nome, col culto. Vicina a loro, lontanissima da loro, Veronetta splendeva come una fiamma di sarmento, sottile, diritta, vibratile. Un malessere fisico, un sanguigno desiderio di scrollarla, di piegarla, di “farle ingoiare i capricci„ gonfiò le vene del collo apoplettico di Paolo Màspero.