< Pagina:Negri - Le solitarie,1917.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

il denaro 313

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Negri - Le solitarie,1917.djvu{{padleft:319|3|0]] gognoso del proprio eccesso, non aveva quasi più osato avvicinarla, strinse la mano con franco sorriso, dicendogli: Grazie. — Ed egli non comprese il perchè di quella parola; e tacque, confuso, ispido, bieco.

In un’alba marzolina vivida di vento lasciò la piccola città nativa, senza volgersi indietro. Le piaceva quel vento che verso il cielo tagliente come un cristallo sollevava nembi di germi. Ella portava con sè una vecchia valigia troppo gonfia, irta di gibbosità, la memoria di sua madre e la visione del giardino.

Pensava: Non tornerò più. —

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.