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il denaro 325

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Negri - Le solitarie,1917.djvu{{padleft:331|3|0]] quelle di lei alla bocca, per suggerne l’acqua benedetta, e l’amore.

Risollevata la pesante portiera di cuoio, di nuovo il sole li schiaffeggiò, la vibrazione del calore li rese ebri. Licenziarono la carrozza. Veronetta poteva ora servir da guida. Ritrovava, con piccoli gridi di gioia, le vie, i crocicchi, le fontane, i nomi che la memoria credeva perduti. Un’impazienza febbrile precipitava le sue parole, le rendeva volubili e mulinanti; e l’amico alimentava, incitava con sapiente volontà quel fremito, quel riso, quell’emozione che faceva di lei un solo palpito vivente.

— Così, così ti voglio. Hai quindici anni.

E il ponte sul fiume li accolse in trionfo. Gente vestita a festa passava e ripassava presso gli alti parapetti a spranghe di ferro: essi non videro alcuno, respirarono solitudine e spazio. La brezza del largo temperava l’afa pomeridiana, entrava, carezzevole, nei capelli e nei pori. Gusci di noce rapidissimi, canotti-frecce pieni di spalluti giovanotti seminudi, barche canore e lente solcavano le onde. Gioia animale della vita, negli esseri: vibrazioni innumerevoli di movimento e di splendore, nell’aria e nell’acqua.

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