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328 il denaro

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E mossero verso la via del sogno. Il tempo col suo logorio, il mondo con le sue realtà era abolito. Ogni atomo intorno a loro rispondeva alla bellezza dell’illusione. Non era più vita, era musica.

Borgo Fiume: San Luca: via della Fontanella: una casa: un numero. Quella?... Sì; ma rimpicciolita: basso il portone vegliato da due cariatidi: buia la stanza del custode: trascurato, selvatico, in balìa di se stesso il giardino.

Incerti non rimasero che un attimo. Troppo bello era il gioco, per rinunziarvi. L’illusione riversò sulle cose invecchiate la sua allucinante copia di raggi.

— Principe Azzurro, benvenuto ne’ miei regni. Oh, non è questa la maga Tessiluna?...

Dal portico, una vecchia sdentata e quasi calva mosse loro penosamente incontro. Malgrado la maschera del decadimento senile, Veronetta la riconobbe.

— Maria Luisa, non si ricorda più di me? Sono la figlia di Anna Longhena, la tessitrice che è morta qui.

— Santissima vergine degli angioli!... Veronetta?... Veronetta Longhena?... Quella che se ne andò tanti anni or sono, e chi s’è visto

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