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il denaro 331

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Negri - Le solitarie,1917.djvu{{padleft:337|3|0]] scale, a fianco della piccola principessa?... Brutalità del maschio, brutalità di biglietti di banca gettati a tentazione sulla faccia, vergogna, sofferenza della quale ancora le rompeva le ossa la spasmodica contrattura: e che pure ella adesso benediceva.

L’ingiuria di Paolo Màspero, dandole l’aspro coraggio di avventurarsi sulla sua vera strada, aveva chiamato a lei, con le vittorie della volontà, l’amore di Fausto Mori.

Che altro ormai le restava da ottenere?...

Sulla soglia tacquero, pallidi. Parlavan le pareli, il balconcino di ferro, le pietre sconnesse del pavimento. Chiedevano a Veronetta:

— Sei tu?... — Ma ella era un’altra.

Fausto le prese il braccio, le bisbigliò all’orecchio:

— Ti amo. Non c’è che questo.

E il sogno floreale svanì.

Nelle stanze non più sue, ingombre di cose ignote, Veronetta non tentò nemmeno di ricostruire quel ch’era stato e non poteva più essere. Si sentì di carne, piegò su se stessa, si rannicchiò, piccola e trepida, nell’ombra del suo uomo. Non ricordava, non sapeva più nulla, fuor che di essere vivente in lui. E in

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