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di vivere fatta creatura, Fiammetta alata e risplendente come il piccolo genio del luogo!...

O tu pure nimbata d’oro, donna di bellezza, di sanità e di letizia, che da ogni filo d’erba, da ogni raggio di sole traevi canto e riso, e mi conducevi per mano nei regni della tua pace: così che io pure credetti — per un momento — alla tregua di Dio fra il mio cuore e la mia vita!...

Lavoravamo insieme, mostrandoci a vicenda le pagine liriche ancor tutte calde della prima impronta del pensiero. Per cambiare, un giorno, ripescammo e rileggemmo un mio grigio, torbido manoscritto di prose. Non lo amavo: lo volevo distruggere. Ma tu mi dicesti: Perchè?... Grigie fin che vuoi, queste novelle. Ma sono una parte viva di te. —

Eccole, raccolte in volume.

Novelle?... No. Tutte, — o quasi — , umili scorci di vite femminili sole a combattere: malgrado la famiglia, sole: malgrado l’amore, sole: per propria colpa o per colpa degli uomini e del destino, sole. Le vidi, queste donne. Le conobbi, le studiai, le riprodussi, cercando

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