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la promessa 53

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Negri - Le solitarie,1917.djvu{{padleft:59|3|0]] cronache dei giornali narrano d’uomini che si costruiron da sè sostanze colossali; ed erano lustrascarpe, commessi di negozio o fattorini di banca. Voglio diventar ricco, capisci?... Non avrò pace, fino a quel giorno. Oh, perdio!... Non si nasce, solamente, signori. Si diventa.

Abbassò un poco la voce, volgendo la testa verso la casa dei padroni, addossata al fianco destro dell’opificio, e donde veniva un gaio acciottolio di piatti.

— Quello li, per esempio, è nato ricco, forse?... Se l’è creata lui, la sua ricchezza, soldo su soldo, metro dopo metro. Adesso io mi levo il cappello quando passa, e gli dico: Monsù — e lo ringrazio quando, in fin di settimana, mi consegna, in un bel pacchetto di carta, già preparato, attraverso uno sportellino, il mio salario. Ebbene, allegra, Fresia!... Fra quindici o vent’anni, tornando qui, gli voglio dire: Caro amico!... — e domandar se la sua fabbrica è da vendere.

La piccina non aveva compreso, in tutto questo discorso, che la frase: “fra quindici o vent’anni„. Le labbra le tremarono: sporse timidamente una mano a stringere la mano

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