< Pagina:Negri - Le solitarie,1917.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

gli adolescenti 89

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Negri - Le solitarie,1917.djvu{{padleft:95|3|0]] il marciapiede, con le mani nelle tasche e il mento sul petto, come uno che abbia freddo.

E nella casa fu un gran silenzio.

Tutta pronta nel succinto costume da passeggio, tutta fine e magretta dal piede calzato di camoscio nero alle trecce chiuse nel piccolo elmo di paglia blù, solo ornato di due alette candide, Antonella, nel corridoio, volse la testa per non incontrare gli occhi di Janna, la cameriera che passava in quel momento con un vassoio, scivolando tacita e ambigua con piedi feltrati. — Aveva notato da un pezzo che tutti i servi hanno la stessa faccia, quando i padroni litigano: faccia da schiaffi, compunta e soddisfatta, falsa, acre ed avida del peggio. — La sedia in sala da pranzo era stata rimessa al posto. Un odore dolciastro di acqua di melissa ondeggiava nell’aria. La fanciulla si chinò sul volto della madre, abbandonata in una poltrona; baciò la fronte sbarrata di sbieco da una ciocca grigia.

Ah, che tristezza, per Antonella, quella ciocca resa grigia non dall’età ma dalla sofferenza, quella bocca contratta, quelle chiuse

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.