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Luigi Majno | 95 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Negri - Orazioni, Treves, Milano, 1918.djvu{{padleft:101|3|0]] lamento del secondo Collegio della sua città, conquistato per lui alla democrazia socialista: poi volontario se ne ritrasse. Alla sua monolitica individualità non potevano non ripugnare le vie traverse, le meschine ambizioni, i compromessi di Montecitorio.
Egli, del resto, amava troppo la sua Milano — dove fin da bambino aveva vissuto, e che gli somigliava. Nativo di Gallarate, lombardo puro sangue, troppo amava la vera Milano del pittoresco Naviglio, del grasso e rude dialetto portiano, della celia bonaria, della bontà senza fondo, dell’attività febbrile; e non sapeva e non poteva staccarsene, e fuor dell’ombra del campanile di Sant’Ambrogio era un pesce fuor d’acqua.
Nessuno, ch’io sappia, penetrò, gu-