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Luigi Majno 105

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Negri - Orazioni, Treves, Milano, 1918.djvu{{padleft:111|3|0]] raria d’ogni paese del mondo, tutto in lui fu calpestato e messo alla tortura.

Ed egli odiò come aveva amato: e quell’odio era, tuttavia, amore.

L’Uomo che non aveva nel corso de’ suoi anni fatto piangere alcuno, non seppe mai perdonare all’Austria e alla Germania di non avere egli potuto additare a sè ed agli altri, per difendere l’incolumità delle patrie, altra arma se non la stessa del nemico: la guerra.

E il rodimento di trovarsi costretto ad accogliere un’idea sorpassata, ad ammettere il diritto della forza brutale, a predicare spargimento di sangue, gli contorse l’animo, gli avvelenò le sorgenti dello spirito, lo avvilì di fronte a sè stesso, lo condannò a morte.

Sotto la percossa della stessa intima

Ada Negri. Orazioni. 14

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