Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
Roberto Sarfatti e i divini fanciulli | 123 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Negri - Orazioni, Treves, Milano, 1918.djvu{{padleft:129|3|0]]
Felicità di vivere, che splendeva di luce propria, come il sole.
Roby aveva trasparenti occhi grigioverdini frangiati di nero, una zazzera di morbida seta color di rame, nella quale affondar le dita era voluttà, gonfie labbra sinuose sempre offerte ai baci o schiuse a chieder perchè.
Roby era il bambino dei perchè.
Roby era anche il bambino delle innamorate.
Tutte le ragazzine amavano il muscoloso torello fulvo, per la sua bellezza e per la sua prepotenza: di tutte egli si considerava seriamente il fidanzato. Ma d’una in ispecie — tomboletta della sua stessa età, ma più piccola di lui, e prepotente come lui malgrado le sue precoci arie di donnina, — era preso.