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Roberto Sarfatti e i divini fanciulli 133

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Negri - Orazioni, Treves, Milano, 1918.djvu{{padleft:139|3|0]] sue gigantesche proporzioni, il fanciullo non viveva che per viverlo. Aveva per conto suo afferrata e messa a nudo la spina dorsale del conflitto, liberandola (come già le nozioni apprese nelle scuole) da ogni aderenza bastarda. Virilmente aveva guardata in faccia la questione: sentita la necessità per ciascun popolo di prender ben chiaro e preciso il posto nella lotta: per l’Italia, la necessità d’onore dell’intervento contro i germani. E dell’intervento fiutava l’approssimarsi con voluttuose nari di felino pronto a balzare: ne difendeva contro i dissidenti le ragioni essenziali, con argomenti di stringente logica, e anche con pugni e schiaffi, ove occorresse.

Ogni giorno segnava discussioni, baruffe e pugilati.

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