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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Negri - Orazioni, Treves, Milano, 1918.djvu{{padleft:152|3|0]] iettorie nelle stanze dell’appartamento cittadino, che — ahimè!... — non erano le foreste americane: configgendosi nel preciso segno prefisso, muro, mobile, portiera, cristallo, preziosa cornice. — «La raffica» era tornata, investiva turbinosamente l’aria e le anime.
Scherma, tiro di rivoltella, danza, foot-ball, equitazione, nuoto: non v’era esercizio sportivo che non s’adattasse in modo stupendo a quel corpo stupendo. Il suo pugno era temibile, il suo slancio era ferino, la sua elasticità acrobatica, ogni suo movimento imprevisto, pieno d’aria e d’armonia. In rasa campagna scagliava in alto il sasso con la sicura eleganza dell’antico Discòbulo. La duttilità dell’intelligenza si equilibrava in lui con la duttilità delle forze