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166 | orazioni |
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Ma vissero in tempo di strage.
Non essi la vollero: non essi disonorarono la loro somiglianza con Dio disseminandola per il mondo. Preferirono affrontarla, piuttosto che subirla. Difendersi e difendere, piuttosto che accettare il giogo per sè e per altri.
E partirono senza indugio, come se avessero una vera esistenza da offrire, con le sue colpe, le sue esperienze, le sue responsabilità; e non avevano invece fra le mani che un sacro germoglio.
E i padri e le madri tacquero; e non osan nemmeno piangere sui morti.
Noi potremmo ora sgranare piamente il rosario degli adolescenti che caddero nella nostra guerra, come Roberto Sarfatti: ad ogni nome un’Ave, ad ogni gesta un Gloria.