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Alessandrina Ravizza | 13 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Negri - Orazioni, Treves, Milano, 1918.djvu{{padleft:19|3|0]] esisteva che per gli altri. Ma, quasi senza volerlo, nel bizzarro racconto cui volle apporre un ancor più bizzarro titolo: «La nota della lavandaia», diede la chiave del proprio mistero psicologico nella tolstoiana figura della piccola Vera.
Dipinse sè stessa nella delicata adolescente russa, che sulla scorza degli alberi andava religiosamente incidendo la parola «verità». Si chiama, propriamente, Alessandrina, la piccola Vera ribelle al giogo ipocrita di una delle tante istitutrici di qualità, esperte nell’arte di torturare la fanciullezza: l’acerba creatura senza requie, che vorrebbe ragionare, mentre le impongono: Devi credere: che morrebbe di esaurimento e di schifo del mondo, se, per miracolo, non trovasse la salute del corpo e