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18 orazioni

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Negri - Orazioni, Treves, Milano, 1918.djvu{{padleft:24|3|0]] a doppia uscita, che puzzano di detriti e di delitto.

Il barabba classico, Togasso o Biscella, dai calzoni a campana e dal copricapo a visiera, calato sulla faccia tagliente come rasoio, si sberrettava davanti a lei, svegliando a scappellotti nella propria animaccia bislacca quanto vi poteva ancor dormire di cavalleresco. La donna da marciapiede si umiliava, serrando sul motto da trivio le labbra mal dipinte. Le lebbrose pareti, pratiche di vizio come vecchie lenone, si sbiancavano al passaggio di colei che non sapeva che cosa fosse paura. Compariva, illuminava, purificava. Nessuno toccò mai un capello alla «contessa del brœud», alla «sciôra Sandrina».

Possedeva l’immunità dell’amore.

Per riscossioni o invii di denaro,

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