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Alessandrina Ravizza | 39 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Negri - Orazioni, Treves, Milano, 1918.djvu{{padleft:45|3|0]] carne da galera, non privo d’una certa diritta linea nell’innata crudeltà.
El fiœu de nissun: un altro abbandonato, bello ed aristocratico nei lineamenti e nel tratto, come (e forse lo era) il figlio d’un patrizio.
Quel dalle smorfie: borsaiuolo audacissimo, di agilità rocambolesca, Gavroche del vicolo milanese, funambolo del ladroneccio, ammaestratore di rane e di gamberi con grande spavento delle serve del Verziere, clown dalla scarna mobilissima maschera, atta ad ogni più buffa e più tragica trasformazione.
Eugenio: il pallido, floscio, spaurito Eugenio, che non aveva mai potuto imparare a rubar bene, perchè tremava sempre di paura; e al quale i compagni fischiavan sul viso, beffardi: