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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Negri - Orazioni, Treves, Milano, 1918.djvu{{padleft:56|3|0]] ch’essa essa era una fuoruscita. Aveva il loro sangue nelle sue vene.

Nessuno meglio di lei comprese ed amò i vagabondi per i sentieri dell’utopia, i ribelli alle solite quattro pareti con le solite quattro sedie intorno alla tavola, i sognatori per i quali la strada è preferibile alla casa, la scorciatoia alla strada, il bosco alla scorciatoia, le stelle dei cieli ai comignoli dei tetti: gli evasi dall’equilibrio comune, i rappresentanti del libero istinto, che non conosce nè accetta catene.

Ma al disopra del normale ella s’innalzò, in un senso elevatissimo di moralità e di poesia: per creare, non per distruggere: per l’ideale d’una nuova filosofia della vita, in un benessere umano senza coercizioni: per bisogno di più largo volo, di

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