< Pagina:Negri - Tempeste.djvu
Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta.




Ed ogni morsa lacerar parea
Volesse le sue carni a brano a brano.
Ed ogni uncino conficcar la punta
In quell'esile mano.


Pur, tra il buio, il periglio e la minaccia,
Vittorïoso e bello egli passava:
Fra le turpi bestemmie e l'ignominia.
Innocente, passava.


Quando, a tramonto, una pesante calma
Il lanificio torbido invadea,
E una stanchezza senza nome i petti
De le donne opprimea.


Quando, lividi in viso, i tessitori
Finivan l'opre senza una parola.
Trillava fra le macchine pulsanti
Una voce, una sola:


Egli cantava!... del severo loco
Egli, alato ed indomito folletto,
Colle mani a la spola, un inno in bocca
E la tisi nel petto.

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.