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E dice: l'implacabil malattia
Che infesta la risaia,
Che nei tugurî senza sol si sdraia,
Mista d'odio, di fame e di pazzia,
l'implacabile e scialba malattia
Ti prese, ebete, nudo,
Affranto; e nel rigor d'un verno crudo
Ti condusse a la morte. — Così sia. —
Spiran con te, dovunque, a mille a mille,
I tuoi compagni. — Intanto
Commove l'aria, da lontano, un canto
Di guerra, e squarcian l'ombre auree faville:
È un grido a l'avvenir d'appassionate
Coscïenze in tumulto,
È un affannoso accorrere, un singulto
Fierissimo d'elette alme inspirate:
A colpi d'ascia ogni menzogna è spenta:
Splenderà il Sol domane
Sovra le gioie e le grandezze umane,
Sovra la terra da l'amor redenta!...
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