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40 capitolo terzo

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ed ecco che col nostro inganno la natura lo raggiunge. Nei greci la «volontà» volle contemplare sé stessa glorificata nella trasfigurazione del genio e del mondo dell’arte: per glorificarsi, bisognava che le stesse sue creature si sentissero degne di gloria, si rivedessero in una sfera più alta, senza che quel mondo perfetto dell’intuizione operasse sopra di loro come un imperativo o come un rimbrotto. Ed è questa la sfera della bellezza, in cui vedevano, come in uno specchio, le proprie immagini, gli dèi di Olimpo. Armata di cotesto specchio della bellezza, la «volontà» ellenica lottò contro il correlativo talento artistico del dolore e della saggezza del dolore: e come un monumento della sua vittoria si eleva davanti a noi Omero, l’artista ingenuo.

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