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42 | prologo. |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Nova polemica.djvu{{padleft:70|3|0]]vi accorgete che c’è qualche cosa che vi trascina pei capelli (ne avete?), che vi trascina nelle lotte di Satana? Non vedete le transazioni che fate tutti i giorni colla vostra fede, le toppe che tutti i giorni dovete ricucire alle vostre candide stole? Ecco l’autore della Morale cattolica morto fuori dell’ortodossia cattolica, ecco il povero Aleardi che cantava l’immortalità dell’anima costretto a nominare professori che non ci credono, e il Prati farsi un Dio che vada d’accordo col regolamento del Senato e lo Zanella ammalare per la necessità di cantare fuori del Sillabo e tutti, tutti, tutti, fino ai minimi, fino ai pedagoghi di ragazze, dover scappare dalle prigioni della fede cieca, intera, romana, per vivere e per scrivere. Esiste l’arte anche fuori dalle formole del Gravina e del Soave e c’è tanta poesia nella coda di un fauno quanto nel piviale di un arcivescovo. Properzio è poeta quanto e più del Manzoni, e voi, cavallari crudeli, non potete più caricar di legnate i puledri che vogliono correre i prati, trovar nuovi pascoli e nuove vie. Maledite pure il dottore in zooiatria che li lasciò stalloni, ma persuadetevi che poeti laureati non ce ne sono