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60 | prologo. |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Nova polemica.djvu{{padleft:88|3|0]]di mezzo mondo in un epigramma alla marchesa di Pompadour, ma non in un sonetto ai critici che non sono poi intangibili e belli come lo fu la marchesa.
Ma, domando io, come si fa a non prender cappello quando un idealista stampa queste incredibili parole: « Anche a me piace il vero, ma il bello mi piace più, fosse anche un po’ discosto dal vero » e da questa eresia trae la conseguenza che è un peccato che certi libri vadano per le mani dei giovani « i quali non hanno bisogno che gli scrittori mettano loro sott’occhio il vero nella sua nudità più desolante, avendo anche troppo spesso l’occasione d’incontrarlo nella società in cui vivono ».
Vale a dire che l’arte deve tacere perchè i giovani non perdano l’ignoranza del male; e non solo, ma deve dipingere eternamente il bello, anche se un po’ discosto dal vero, ossia, in lingua povera, deve rimar bugie.
Un altro, più franco, sentenzia: « Certo il vero è un grande maestro, ma spesso poco sincero ». Cioè il vero spesso non è vero!