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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Novelle lombarde.djvu{{padleft:111|3|0]]
La conobbe Fernando; dall’alto
Cader videla, e più non frenossi:
105Gonfio è il lago — Che importa d’un salto
Ei si lancia fra i gorghi commossi,
E là drizza ove, scossi dall’onde,
108Mira i veli e le chiome sue bionde.
Quanti seco venian nel naviglio
Di spavento levarono un grido.
111Del guerrier, della bella al periglio
Molta accorse la turba sul lido:
Qua, battelli, qua corde; — ma tutto
114Rende vano lo sdegno del flutto.
Pur Fernando alla cara si spinge.
Che lo vede, il conosce, ed ansante
117Col vigor moribondo si stringe
Contro il sen dell’intrepido amante:
L’onda avversa con forza egli tiede;
120Ma una spiaggia ove approdi non vede.
Ingrossando più sempre, il maroso
Gl’irti scogli del lido flagella.
123Già il meschin, per lei sola affannoso,
Vinto cede all’infausta procella —
Dalla riva odi il prego dei morti
126Suffragar gli annegati consorti.
Come il mite dell’alba respiro
Appianò l’agitata laguna,
129Tutti afflitti alla spiaggia rediro
Compatendo all’indegua fortuna.
Fur trovate le salme là dove
132L’aura i rami a quei salci commove.