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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Novelle lombarde.djvu{{padleft:138|3|0]]lo scambio al marchese del Vasto, personale suo nemico, rimaneva perdonato e sicuro. Poichè Carlo l’imperatore, assicurato omai nel possesso del milanese, concedeva il perdono a qualunque ribelle, e ristabiliva l’ordine e la pace in Lombardia...

— Ordine?.... pace?.... E così seguiremo a chiamare la tirannia dell’opprimere e la codardia del servire?» esclamava io, e proseguivo in modo di pur volgere il narratore ad altri discorsi, a patriottiche declamazioni. Ma all’avventato parlar mio nulla rispose il sacerdote: e recatosi in mano il logoro breviario, al lume del crepuscolo cominciò le mattutine orazioni al Dio, da cui vengono gli affanni e le consolazioni, i premj ed i castighi, l’impero e la servitù; io ritornai al fantastico silenzio, godendo l’ineffabile sentimento che diffondono gli ultimi raggi della luna impallidente.

1833




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