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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Novelle lombarde.djvu{{padleft:142|3|0]]al vinto Colleone, di diroccare metà della torre che domina Callusco e Villadadda; e dargli sposa l’unica figliuola. Or come amarlo? Come cancellare dalla memoria un primo, un unico, un immacolato amore?
Intanto va morendo il suono ed il luccicor della festa; Oldrado congeda la brigata: tutto ritorna al silenzio; solo l’aura notturna leva sulle ali e confonde un gemito ed una fievole armonia: è il gemito dell’Ermellina che rimpiange i sogni di sua giovinezza; è il lamento dell’amoroso Tibaldo.
II.
Corse un anno da quel giorno: e al nuovo maggio, sull’angoloso torrazzo di Brivio sventola, distinto di fascie bianche e vermiglie, lo stendardo del barone, che richiama alle fraterne battaglie. Papa Gregorio XI perdonava i peccati a chiunque assumesse le armi e la croce contra i signori Visconti di Milano; ed all’appello assecondando, i Guelfi della Martesana forbivano ogni arma, dalla lucente alabarda fino al coltello traditore. Grandi baldorie fiammeggiano sulle vette del Mombarro, del Montorobio, del Sanginesio, del Monteveggia; il campanone di Brianza tre dì e tre notti rintoccò; tre dì e tre notti squillò ad intervalli il corno dei torrioni di Brivio, dove al quarto son tutti raccolti i guerrieri. Qui gli Annoni d’Imbersago, i Medici di Novate, i Riboldi di Besana, i Petroni di Cernusco, gli Ajroldi di Rebbiate: qui i Capitanei di Hoe e di Mombello: qui coi loro vassalli Oldrado da Giovenzana e Guglielmo da