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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Novelle lombarde.djvu{{padleft:144|3|0]]colle ferrate zampe il ponte levatojo, che dietro lui si alzò.

Procedevano i battaglieri fra’ tuoi poggi ridenti o mia terra natale; e qualche villanella, mal nascosta dietro ai penduli tralci, con desio cercava il noto cimiero del suo vago: l’agricoltore appoggiato alla marra, li guardava, pensoso ai campi ove porterebbero la ruina: e qualche vecchio, rivolto sull’utile pensiero del sepolcro, compassionava i tanti prodi, che forse tra un mese non sarebbero più, siccome l’erba che calpestavano passando. Ma essi in loro coraggio spensierato, venivano confusi, inordinati, varj d’arme e d’arnesi: e chi rassettavasi al petto la croce; chi a tempo incioccava la lancia sul palvese; chi riandava i compianti consigli d’una cara abbandonata; chi millantava sue passate venture; chi intonava quel carme di guerra usato dai Brianzuoli:

Alla morte col sorriso
  Il crociato se ne va:
  Dalla pugna al paradiso
  Il crociato volerà.
Su, destiamo i corpi e l’alme
  All’invito del Signor:
  Ci s’intreccino le palme
  Del martirio e del valor.


III.


Ben altre melodie quella sera stessa e la seguente scossero dolcemente l’aria sotto al castello di Brivio. Da una barchetta un maestevole arpicordo accompagnava le canzoni del paese, le canzoni depositarie

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