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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Novelle lombarde.djvu{{padleft:162|3|0]]vettero tirar i remi in barca e limitare le spese. I nuovi predicatori poi trovavano crudeltà che un uomo dovesse correre a prova de’ cavalli innanzi alla carrozza dei padroni, a rischio spesso di farsi calpestare, sicuro di rovinar la salute; onde l’uffizio mio di lacchè cessò; ed io non trovando di prender servizio altrimenti, se volli strappare un boccone di pane, dovetti tornare in paese. Merito dell’eguaglianza.
Anche qui tutto era mutato, tutto sossopra. I miei compagni con festa m’accolsero; ed io imitando quel che avevo visto giù a Milano, feci piantar l’albero della libertà nel nostro e nei paeselli vicini.
Ma che sto a dirle? Certo lei avrà udito contar queste cose delle volte chi sa quante; e poi loro leggono i libri dove si trovano descritte per filo e per segno».
— Sì; è vero (gli soggiunsi io), ma se sapeste come ognuno le narra diversamente, secondo che con diversi occhi le ha vedute, non vi farebbe meraviglia ch’io senta tanta voglia d’udirle da voi novamente. Quanto ai libri, poveretto chi vorrà dai libri giudicare que’ giorni! Onde, ve ne prego, seguitate, e ravviatemi un po’ su quei giorni che pareano promettere un procelloso e vivace secolo ad una generazione, destinata invece a passarlo mogia e dormigliosa. Ditemi almeno quel che accadde a voi in particolare».
— A me? oh io feci quel che fecero gli altri, e messami la giubba verde e la tracolla rossa, entrai guardia nazionale: soldati senza soldo, che stavamo a casa nostra per far guarnigione al paese, e per sal-