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  Son salvo! deh cessa le lunghe querele;
Son salvo; abbia posa la tema crudele:
Il figlio redento deh corri abbracciar:
Coi pochi che fidi provò la sventura,
Con questa risorta famiglia sicura
64D’un gaudio implorato deh vieni esultar!

Voi piangete, o fratelli, o sorelle,
  Come il dì che fui svelto a’ miei lari?
  Questo è pianto di gioja; ma quelle,
  68Strida furon di duol, di terror,
Io tacente, col volto dimesso,
  A me stesso, a’ miei cari pensava.
  Là da canto a chi il pianto inacccesso
  72Di tumulto imputava il dolor.
E partirmi, e lasciarvi, sicuro
  Di lasciarvi ai bisogni, all’ambascia,
  Nè veder su alcun giorno futuro
  76Del ritorno la speme brillar!
Se soffersi! L’udrete al loquace
  Focolar nelle placide sere.
  Abbian essi il perdon, noi la pace
  80Qui raccolti al domestico altar.

  All’altare di Maria
  Qua concordi ad inneggiar.
  Adjutrice e madre mia,
  84S’io la debbo ringraziar!
  Quando l’ansia e lo sgomento
  Tenebravaami il pensier:
  Quando sogni di spavento
  88Fean di spine l’origlier:
  Dell’iniquo allor che il braccio
  M’addoppiavu un vil rigor,
  Minacciando un ceppo, un laccio
  92Con sogghigno insultator,
  Sollevai con fe la palma
  Alla madre di Gesù.
  E sentii conforto all’alma
  96Di pacifica virtù.
  — Tanto duol sul capo mio
  Cumular, Maria perchè!
  Avea colpa il figlio mio?
  100Par soffrì tanto per te.

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